fbpx

News & Blog

What We Say

Filtri ND: facciamo chiarezza

Avete da poco scoperto che con un investimento di pochi euro è possibile cambiare radicalmente le vostre foto e avete inoltre letto che i filtri che servono davvero sono i filtri ND e il polarizzatore ? Lo avete già ma non sapete come usarlo? Siete semplicemente in cerca di una lettura per passare il tempo? Siete nel posto giusto. In questa guida vi spiegherò cosa sono i filtri ND, a cosa servono e come usarli per ottenere i migliori risultati con il minimo della fatica.

filtri ND

Filtri ND: cosa sono e a cosa servono

Partiamo dal nome, ND è una sigla che sta per Neutral Density. Con densitàintendiamo che è un filtro scuro che riduce la luce in ingresso, con neutra si intende che non dovrebbe introdurre nello scatto dominanti di colore. Si tratta quindi di un filtro a densità neutra in grado di ridurre l’intensità del fascio luminoso in maniera uniforme su tutte le lunghezze d’onda.

È un filtro costituito da un materiale trasparente, più o meno oscurato, disponibile in diverse gradazioni di grigio che riduce il quantitativo di luce che raggiunge l’obiettivo e che pertanto, secondo le regole del triangolo dell’esposizione, permette un tempo di esposizione più lungo o un diaframma più aperto creando così foto dagli incredibili effetti creativi ad esempio rendendo perfettamente liscia l’acqua, trasformando i fanali delle auto in scie colorate o facendo sparire le persone per il loro stesso movimento.

Filtri ND: i tipi

Sul mercato troverete due tipologie di filtri a densità neutra: quelli circolari e quelli a lastra.

filtri ND

I filtri circolari (o a vite) sono rotondi e sono montati all’interno di una ghiera con filettatura e si avvitano sul frontale dell’obiettivo. Sono caratterizzati da un diametro fisso segnalato di fianco al simbolo Ø. Ogni obiettivo ha un determinato diametro, espresso in millimetri, potrete scoprire il vostro leggendolo sulla lente. Sareste portati a dire: “la mia lente ha diametro 52 quindi compro un filtro 52 mm” giusto? Circa. “Ho una lente di diametro 52 e una da 77 compro 2 filtri” no.




Comprate il filtro adatto all’obiettivo con diametro più grande che possedete. In commercio esistono degli anelli adattatori fatti di plastica o metallo che servono per ovviare al problema. Si chiamano step-up e vi permetteranno di avvitare filtri che hanno un diametro più grande dell’obiettivo scelto. Per dovere di cronaca vi segnalo che esistono anche gli step-down che fanno il contrario ma i risultati sono scarsi perché, come è ovvio, genereranno una fortissima vignettatura.

Tra i filtri a vite possiamo vedere i filtri a densità costante che sono quelli più diffusi e hanno un’intensità fissa, e i filtri a densità variabile che sono composti da due lenti polarizzate linearmente che, mediante una rotazione, modificano il quantitativo di luce che fanno passare.

filtri ND

I filtri a lastra sono rettangolari o quadrati, in genere sono più costosi e di miglior qualità. Richiedono la presenza di un portafiltro che si aggancia all’obiettivo, nel quale potrete poi infilare le vostre lastrine (ne possono essere montate anche quattro alla volta) nelle apposite scanalature.

Filtri ND: classificazione

Ogni filtro ND è contraddistinto da un valore di densità in base alla capacità di assorbimento della luce. Visivamente ce ne rendiamo conto subito: sono più o meno scuri, detto in maniera brutale. Ma su internet non possiamo spacchettarli e metterci a confrontarli uno per uno, dobbiamo per forza conoscere quale sia la differenza.

filtri ND

La densità è definita come:

filtri nd

dove I0 indica l’intensità della luce prima che essa raggiunga il filtro e I è quella dopo il passaggio attraverso il filtro. Infine, T indica la trasmittanza.

Le diverse aziende di produzione chiamano i loro filtri ND con sigle differenti, eccole:

  • ND 101  ND (densità ottica)0.3        ND2           -1 stop
  • ND102    ND 0.6                               ND4           -2 stop
  • ND103   ND 0.9                                ND8           -3 stop
  • ND104    ND 1.2                               ND16         -4 stop
  • ND105    ND 1.5                               ND32         -5 stop
  • ND106    ND 1.8                               ND64         -6 stop
  • ND107    ND 2.1                               ND128        -7 stop
  • ND108    ND 2.4                               ND256        -8 stop
  • ND109    ND 2.7                               ND512        -9 stop
  • ND110    ND 3.0                               ND1024      -10 stop (arrotondato a ND1000)
  • ND111    ND 3.3                               ND2048      -11 stop
  • ND112    ND 3.6                               ND4096      -12 stop
  • ND113    ND 3.9                               ND8192      -13 stop

Hoya, B+W e Cokin usano i nomi nella terza colonna: ND2, ND4 etc. ed essendo i più diffusi utilizzerò anche io questa nomenclatura. LEE Filters e Tiffen usano i nomi della seconda: 0.3ND, 0.6ND e così via. Leica usa i codici 1x, 4x, 8x etc.



Quelli più comuni sono: ND8, utile per situazioni di luce scarsa, come prima dell’alba e dopo il tramonto, ND64, perfetto per la luce intermedia come il tramonto, l’alba o le giornate nuvolose e ND1000 per la luce forte del pieno del giorno.

 

Sovrapponendo due filtri ND se ne ottiene un terzo più intenso, la cui densità è data dalla somma dei valori f-stop dei filtri singoli nel caso li calcoliate in f-stop, se invece seguite la numerazione più diffusa (quella nella terza colonna) basterà moltiplicare fra loro in valori. Ad esempio, sommando un ND4 da 2 stop ad un ND8 da 3, quanti stop ottengo? 2+3= 5. E questo filtro come si chiamerà? 4 x 8=32, quindi avrò ricostruito un ND32.

Filtri ND: come usarli

Se trovate in vendita un ND 2 avete davanti un filtro con densità 2 che filtra la metà della luce, quindi assorbe uno stop. A voi cosa servono questi dati? Supponiamo che abbiate scelto la vostra inquadratura ed impostato i vostri parametri correttamente: per quella fotografia servirà un tempo di esposizione di mezzo secondo, ma, mettendo il filtro ND 2 vi sarà consentito allungare il tempo a un secondo, mantenendo la stessa esposizione. E se fosse un filtro ND 4? La luce che arriverà al vostro obiettivo sarà un quarto di quella originale, perderete 2 stop e il tempo sarà quadruplicato, quindi 2 secondi.

filtri ND

 

Tranquilli, non c’è bisogno di essere dei grandi matematici, esistono delle tabelle per vedere i tempi di scatto in relazione al filtro ND scelto, in alternativa, visto che ormai gli smartphone non li dimentichiamo mai (ma i figli in macchina si) sono state create delle applicazioni per questo genere di calcolo. Per Android consiglio “ND Filter Time” e per iOS “LEE Filter – Stopper Exposure”, entrambe sono scaricabili gratuitamente.

filtri ND

A volte un filtro ND è così denso da provocare problemi nelle letture fatte dall’esposimetro e dall’autofocus. Per questo motivo prima componete lo scatto, mettete a fuoco, bloccate la messa a fuoco e mettetela in MF. Prendete nota dei valori che la modalità automatica vi propone e attivare la modalità manuale, montate il filtro e nel modo che vi ho detto prima calcolate il tempo di esposizione e l’apertura del diaframma. Vi ricordo che nelle macchine fotografiche il tempo di esposizione può essere impostato fino ad un massimo di 30 secondi (solo pochissimi modelli permettono di impostare anche 60 secondi e oltre); se necessitate quindi di un tempo maggiore, attivate la modalità Bulb. Non l’ho scritto fino ad ora perché mi sembrava ovvio, ma come dico sempre, meglio abbondare che essere deficienti: se utilizzate dei tempi lunghi avrete bisogno di un treppiedi, togliete lo stabilizzatore, utilizzate il timer di scatto per non inserire vibrazioni nel vostro scatto o ancora meglio dotatevi di un telecomando per scatto remoto.

Filtri ND: quando usarli

Ok, ora che vi ho rotto le scatole a sufficienza con le basi (ma se non capite come e perché non saprete mai usarlo al meglio, è come costruire una casa partendo dal secondo piano, quindi se avete barato e avete saltato la prima parte di questa guida, ripartite dall’inizio!!!) veniamo alla parte pratica: quando vanno usati i filtri ND? In linea generale ogni volta che vi serve una lunga esposizione ma c’è troppa luceambientale, l’unico limite, come spesso succede in fotografia, è la vostra creatività.

filtri ND

Tipicamente l’uso consigliato per i filtri ND sono gli scatti che comprendono una massa d’acqua in movimento. Se pensate al mare immaginerete subito una grande quantità di acqua salata che ha circa lo stesso livello, giusto? Eppure, sapete bene che non è così – senza addentrarci in discorsi su maree (a proposito, lo sapete che anche i laghi hanno le loro piccole “maree”? Si chiamano sesse), tsunami e disastri vari – basta sedersi un attimo sulla spiaggia per rendersi conto che il mare si spinge più in avanti con l’arrivo di un’onda e successivamente si ritira tantissimo. Nel vostro cervello però operate una media, e il livello ottenuto sarà una via di mezzo, corretto? Ecco, un filtro ND fa la stessa cosa, opera una media. Tenendo aperto l’otturatore a lungo, le informazioni di ogni singola onda vengono catturate e si sovrappongono, creando l’illusione di una superficie perfettamente piatta e che riflette il paesaggio o il cielo. Stessa cosa per le cascate, basteranno 6-8 secondi di esposizione per non immortalare le singole goccioline d’acqua che cadono ma ottenere un morbido effetto setoso che rappresenta il flusso in maniera calma e costante.

filtri ND

Le foto all’acqua non sono l’unica applicazione di questi filtri, sbizzarritevi: un prato d’erba colpito da una lieve brezza può diventare lo sfondo perfetto per una casa, il rapido movimento delle nuvole in cielo diventa un morbido fluire rendendo artistiche le vostre foto di panorami, le persone ed i mezzi di passaggio diventeranno solo scie estremamente dinamiche.

Da piccola collezionavo cartoline (si, l’amore per la fotografia iniziava a manifestarsi in me anche a 7 anni) e una cosa che mi domandavo sempre era come accidenti facessero quei fotografi ad immortalare monumenti senza la presenza di persone o macchine. Ad esempio, il Colosseo: è pieno di turisti, passanti e auto, come si spostavano tutti? Forse chiudevano l’accesso a quella zona? Nah, l’ho capito solo quando ho iniziato a studiare la fotografia. Con uno scatto lunghissimo i soggetti in movimento non rimarranno fermi nello stesso posto sufficientemente a lungo da rimanere impressionati nel nostro scatto e, miracolosamente spariranno. “Magia? No, scienza” parafrasando una pubblicità.

filtri ND

A volte, quando ci si immagina una foto, la si compone mentalmente e la si immagina . Poi arrivate sul posto e realizzate una cosa triste: sotto una certa soglia di ISO la vostra macchina fotografica non riesce ad andare, e stesso discorso vale per il tempo di scatto. Tenendo il diaframma aperto otterreste solo uno scatto bruciato.

La soluzione?

Bravissimi, un filtro ND che rimuove una parte di luce e vi permette di ottenere la foto che volevate.

Filtri ND speciali: i GND

Il filtro GND (Graduated Neutral Density, filtro a densità neutra graduato) è un filtro che riduce progressivamente l’intensità della luce ed ha una colorazione che sfumadal grigio scuro al trasparente in maniera solitamente graduale.

È utilizzato per attenuare la differenza di luminosità presente in zone diverse dell’immagine, ad esempio un cielo con molta luce e il terreno già in ombra. Usando questo filtro che assorbe la luce solo in una metà dello scatto, potrete bilanciare i colori e il contrasto nelle vostre foto di paesaggi.

Come tutti i filtri anche questi sono disponibili nelle versioni a vite e a lastra, alcuni fra questi ultimi sono i più comodi perché esistono alcuni porta filtri che vi permettono di spostarli leggermente, dando quindi la possibilità di personalizzare la zona più scura.

filtri ND

I filtri a densità neutra graduati sono divisi in categorie a seconda del valore massimo dell’intensità raggiunta e della velocità impiegata per sfumare le due parti. I più comuni sono gli hard e i soft, i primi hanno una fascia di degradazione molto ridotta e sono perfetti per orizzonti lineari, come un panorama marittimo. I filtri GND soft, al contrario, presentano una sfumatura molto più morbida e graduale che li rende utili nella fotografia di paesaggio con orizzonti irregolari, come un paesaggio montuoso o un bosco.

Esistono anche i reverse, dove la zona più scura è al centro e sfuma verso l’alto e un’ulteriore area scura si trova nella parte alta, servono per orizzonti lineari dove il sole si presenta basso (alba e tramonto). I filtri blender sono caratterizzati da una degradazione che attraversa tutta la superficie: non ci sono zone trasparenti; vengono utilizzati per scene con poca differenza di luce. Infine, i medium sono una via di mezzo fra gli hard e i soft e danno il loro meglio nei passaggi urbani.

Come i filtri ND, anche i GND presentano diversi gradi di oscuramento. A mio parere però, tali filtri possono essere sostituiti più semplicemente limitandovi a fare più scatti con diverse esposizioni e unirli in seguito in post-produzione.

Filtri ND: gli svantaggi

Capire bene quale densità di filtro usare in quel determinato momento e come settare i parametri richiederà una curva di apprendimento piuttosto lunga: inizialmente potrete ottenere foto sovra o sottoesposte, ma imparerete con la pratica. Come ogni filtro, anche un ND è un vetro che si frappone fra l’immagine e il vostro sensore fotografico, questo comporterà un’inevitabile perdita di qualità e l’introduzione di una dominanza, in genere verde acqua o magenta, che per quanto i produttori si sforzino sempre di ridurre al minimo saranno sempre più o meno percettibili specialmente nei filtri molto densi e nelle foto a lunghissima esposizione. Ovviamente nel caso di filtri di altissima qualità queste dominanti saranno praticamente nulle o comunque trascurabili.

filtri ND

Nel caso dell’utilizzo di un filtro graduato, in aggiunta ai problemi già citati se ne aggiunge un altro: la presenza di una linea di demarcazione centrale generalmente vi costringerà ad infrangere la regola dei terzi (non che rispettarla sia un obbligo eh).

Filtri ND: quale scegliere

Per quanto riguarda le intensità, capire quale filtro comprare è un po’ come districarsi in una giungla, i numeri sono tanti e i produttori sicuramente non aiutano siglando i loro filtri con codici diversi. I filtri maggiormente acquistati e presenti in quasi tutti i kit sono ND8, ND64 e ND1000, oltre a quest’ultimo da 10 stop è meglio non andare se siete dei neofiti in questo campo, si tratta di filtri davvero molto scuri che potreste non utilizzare mai.

filtri ND

Sicuramente in base a quello che abbiamo detto fino ora è necessario acquistare un filtro di qualità, anche se, su internet si trovano alcuni pacchetti molto completi, di una qualità scarsissima ma composti da tanti filtri di densità diversa che vi permetteranno di capire qual è il filtro che vi serve di più e quindi andare a spendere i vostri soldi con più cognizione di causa con un acquisto mirato di un filtro di qualità.

Scegliete Hoya, NiSi, LEE Filters o Gobe, non risparmiate sul budget o andrete a scapito della qualità.

 

Filtri ND: manutenzione e pulizia

Non mi stancherò mai di ripeterlo: pulire l’attrezzatura fotografica è un’abitudine sana e andrebbe fatto regolarmente. In fondo lavate spesso la vostra automobile e in quel caso è solo una questione di estetica, perché non farlo anche con macchina fotografica, obiettivi e filtri? In questo caso è anche una questione di maggior funzionalità! Infatti, quando i filtri sono sporchi provocano ritardi ed imprecisioni nella messa a fuoco e problemi di contrasto.

filtri ND

Rimanendo nel nostro paragone con l’automobile: è come se aveste il parabrezza pieno di insettini spiaccicati, farete più fatica a guidare perché i vostri occhi si concentreranno e metteranno a fuoco sui cadaverini presenti sul vetro e non sulla strada. Beh, forse sono stata un po’ tragica, in questo esempio si può fare un incidente, mentre con un filtro sporco al massimo buttate vie le foto che avete fatto in quel giorno…Ma vabbè, mi avete capita.

Per pulire un filtro procuratevi una pompetta ad aria, un pennellino per pulire le lenti fotografiche, un panno in microfibra pulito e un liquido di pulizia per lenti.

Con pompetta e pennellino rimuovete le tracce di polvere, senza soffiare con la bocca o il filtro si ricoprirà di microscopiche goccioline di saliva.

Se sulla superficie sono presenti schizzi d’acqua o ditate prendete un panno ed inumiditelo con il liquido per la pulizia delle lenti e, con movimenti circolari, a partire dal centro del filtro dirigetevi verso i bordi. Una volta finito asciugate il filtro utilizzando una parte asciutta del panno in modo da non lasciare aloni.

Filtri ND: conclusioni

Che siate semplici creativi o fotografi paesaggisti, i filtri ND non possono assolutamente mancare nel vostro corredo. Con l’utilizzo di questi filtri riuscirete ad allungare i tempi o ad aprire il diaframma quel tanto che serve per permettervi di poter esprimere la vostra fantasia al meglio e ottenere panorami stupendi che riescano a trasmettere quella stretta al cuore che provate ogni volta che vi fermate a rimirare l’infinito in uno scorcio.

filtri ND

Come sempre in fotografia, un filtro è uno strumento, sta a voi imparare ad utilizzarlo per valorizzare la vostra creatività rendendo setosa l’acqua, facendo formare scie alle stelle del cielo o fluidificando le nuvole creando un effetto mosso ma del quale avrete voi il controllo. Certo, imparare non è facile e all’inizio ne sarete un po’ frustrati, ma come accade sempre nella vita, con la perseveranza, lo studio e la passione imparerete e avrete i risultati che meritate di ricevere.

filtri ND

 



 

Seguimi sui Social